Jesus Camp è un documentario del 2006 diretto da Rachel Grady e da Heidi Ewing, in cui si racconta l'indottrinamento alla fede cristiana pentecostale di un folto gruppo di bambini al campo estivo della Kids on Fire School of Ministry. Il campo estivo è organizzato dal pastore Becky Fischer, che fin da subito esplicita il senso della sua missione: «I bambini, dai sei anni in su, imparano come si diventa "soldati" nell'esercito di Dio, come si riconquista l’America per Cristo, come si riconosce e si coltiva il proprio dono profetico, e come si diventa parte del futuro politico del proprio Paese». Nel documentario si vede come il pastore Fischer senta l'esigenza di dover contrapporre alla mancanza di valori della società statunitense, e al crescente fondamentalismo religioso del mondo musulmano, un esercito cristiano plasmato secondo quelli che per lei sono i valori di Cristo e pronto a battersi per diffondere il proprio credo. Per ottenere questo da dove si parte? Dai bambini, ovviamente.
Nel documentario sono mostrate in particolare le storie di alcuni di questi ragazzi: quella di Levi, che da grande vorrebbe diventare pastore e che già è avvezzo alla scrittura di sermoni; quella di Rachel, che cerca di diffondere il suo credo in ogni occasione possibile, anche al bowling dove gioca con la sua famiglia; quella di Andrew, che a meno di dieci anni si confronta con le proprie incertezze circa la pretesa di avere una fede assoluta e che da questi pensieri è dilaniato. Questi ragazzi spesso non frequentano la scuola, ma vengono istruiti a casa con testi appositamente studiati per diffondere il creazionismo, a discapito spesso di alcune verità scientifiche ormai acquisite. E vengono chiamati a partecipare in piazza a manifestazioni anti-abortiste e pro-life e a intervenire attivamente alla vita politica del loro Paese nonostante la loro giovanissima età. Oggi su Netflix potete guardare il documentario, disponibile coi sottotitoli in italiano. Qui di seguito potete dare un'occhiata al trailer di Jesus Camp, sottotitolato in italiano:
La questione del lavaggio del cervello e del condizionamento totale della mente dei giovanissimi è un tema a cui è difficile non pensare guardando questo documentario. Mentre vediamo all'opera il pastore Becky Fischer, scopriamo in diretta come attraverso l'indottrinamento di una mente giovane si possa di fatto creare qualsiasi tipo di persona e di futuro cittadino. E vederlo accadere così, sotto i nostri occhi, è davvero impressionante. Osserviamo il pastore Fischer riprogrammare la coscienza dei suoi piccoli adepti, plasmare in diretta la loro identità di cristiani combattenti, anche attraverso tecniche elaborate da lei stessa e di cui lei stessa parla con candore. Perché, a suo vedere, l'obiettivo che si è posta è nobile, dunque non c'è nulla da nascondere.
Secondo Steven Hassan, autore di Mentalmente liberi. Come uscire da una setta, pubblicato in Italia dall'editore Avverbi, tre sono gli elementi principali che permettono di plagiare l'identità di un essere umano, e sono tutti elementi che qualsiasi tipo di setta utilizza: il controllo delle attività quotidiane, anche banali, che devono essere passate al vaglio dell'approvazione della figura carismatica di riferimento; un condizionamento cognitivo che proponga le proprie informazioni come universalmente valide e giuste, in opposizione a ogni altra fonte di conoscenza che metta in dubbio quelle informazioni, considerata pericolosa e cattiva; e infine il controllo delle emozioni, attraverso l'instillazione di senso di colpa e paura, e in cui l'unica fonte di sicurezza è rappresentata dalla comunità di riferimento. Ebbene, in Jesus Camp vediamo utilizzati tutti e tre questi elementi, com'è possibile vedere dal breve spezzone del documentario che qui di seguito vi proponiamo (è sottotitolato in italiano):
Poiché il documentario risale al 2006, sorge spontanea la domanda: come valutano oggi quell'esperienza i suoi giovani protagonisti di allora, oggi che sono uomini e donne adulte? Nel decennale del documentario alcuni giornalisti si sono posti la stessa domanda e hanno rintracciato alcuni di quei ragazzini per conoscere la loro opinione al riguardo.
Il biondo Andrew Sommerkamp, oggi poco più che ventenne, dopo aver scoperto che suo padre era omosessuale ha abbandonato la Chiesa Evangelica e, dopo aver passato diversi anni profondamente arrabbiato, ha trovato la propria pace nel misticismo orientale e nell'utilizzo di droghe psicotrope. Oggi fa parte di un gruppo di mistici e vive stabilmente in California.
La storia di Levi O’Brien, che da ragazzino era un entusiasta del Kids on Fire Camp, è invece molto diversa: è fidanzato, ha un lavoro stabile e si sente in equilibrio con se stesso. Non sente di essere stato danneggiato in alcun modo da quell'esperienza, anzi, piuttosto crede di esserne stato fortificato.
In seguito alla proiezione del documentario, e al suo grande successo in tutto il mondo, il pastore Becky Fischer fu presa di mira, minacciata, accusata di abuso su minori da persone di tutto il mondo. La sede del campo estivo, in North Dakota, fu bersagliato e vandalizzato, tanto che non le fu più possibile affittarla per la promozione della sua fede ai bambini. Nonostante non organizzi più campi estivi come quello narrato in Jesus Camp, oggi Fischer continua a insegnare religione ai ragazzini grazie alla sua azienda Kids Ministry International.
Il destino più curioso è però quello riservato al pastore Ted Haggard, di cui nel documentario facciamo conoscenza in quanto leader dell'associazione nazionale statunitense della Chiesa Evangelica. In uno spezzone di Jesus Camp Ted Haggard è ripreso mentre dà un sermone in televisione e, di fronte a un'arena gremita di adepti, pronuncia un discorso profondamente sprezzante nei confronti degli omosessuali, mentre al contrario scherza sull'infedeltà coniugale. Poco dopo l'uscita del documentario, si scoprì però che Haggard mandava avanti da diverso tempo una relazione extraconiugale con un prostituto omosessuale, da cui occasionalmente comperava anche metanfetamine.
Come a dire: predicare è facile, soprattutto se il proprio tentativo di lavaggio del cervello si rivolge a creature indifese come bambini e ragazzini. La vita, poi, finisce per presentare sempre il suo conto però. Basta saper aspettare.
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