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Immagine del redattoreNina Ferrari

Perché dimentichi quello che studi? La relazione tra emozioni e sapere


Studiare e imparare sembra un gioco da ragazzi, ma non lo è. I procedimenti che ci permettorno di ritenere un'informazione, per breve o per lungo tempo, sono molto più complessi di quanto parrebbe a prima vista. Proprio per questa ragione, è dalla notte dei tempi che l'uomo cerca di individuare nuove mnemotecniche, ovvero metodi che aiutino ricordare meglio le informazioni che studiamo; il blog de Il Tuo Biografo ne ha già parlato in diverse occasioni, come anche in questo articolo, in cui si racconta l'Arte della memoria dal Medioevo al Rinascimento. Ciò su cui oggi tutti concordano, però, è l'importanza delle emozioni nel processo di apprendimento (e sì, il blog de Il Tuo Biografo ne ha già parlato: per esempio in questo articolo qui).

Gianmario Pagano è un professore di religione della scuola media superiore. Romano, laureato in filosofia, è un insegnante appassionato e a partire da ottobre 2016 ha cominciato a gestire la pagina Facebook Bella, prof, in cui regolarmente pubblica aggiornamenti circa lo studio e l'insegnamento, anche per quanto riguarda la didattica della religione.

Nel video che ti propongo qui sotto, Pagano si sofferma in particolare su quello strano fenomeno che ci porta a studiare qualcosa per dimenticarcene poco dopo. Perché dimentichiamo quello che studiamo?

Il funzionamento della nostra memoria è profondamente connesso al nostro sistema di emozioni: infatti la funzione del ricordo e la gestione delle nostre emozioni avvengono in una parte specifica del cervello, ovvero nel sistema limbico. Accadrà perciò che qualcosa che ci appassiona, o che ci colpisce molto, ci rimanga più impressa nella mente anche dopo molti anni. Perché ci interessa, perché ha catturato non solo la nostra attenzione, ma ha coinvolto anche i nostri sentimenti, i nostri sensi: e quelli, anche se magari a un livello inconscio, certo non dimenticano facilmente le impressioni che sono loro legate. Non è un caso infatti che la memoria olfattiva sia uno degli strumenti più potenti nel riattivare ricordi a lungo dimenticati: ne ho già parlato in modo approfondito in questo articolo.

Quando studiamo un tema in particolare, il modo migliore per ricordarci tutto quello che leggiamo è dunque amare la materia che affrontiamo (non sempre è possibile, me ne rendo conto: ma bisognerebbe almeno trovare qualcosa che di quella materia stimoli il nostro reale interesse, fosse anche solo un giochino di parole o una metafora stupida che ce la evochi in seguito) e in questo senso la figura di un bravo insegnante è cruciale. Perché, come appunto spiega il professor Pagano, tutti possono spiegare il contenuto nozionistico di una lezione, ma pochi riescono a trasmettere la propria passione per quelle informazioni: a creare dunque quella connessione fondamentale dell'apprendimento che lega un'informazione ai nostri sentimenti. A volte per ricordare una nozione basta rievocare il modo in cui ci è stata detta, o magari una battuta di spirito che vi è legata: creare questo contesto è il compito di un bravo insegnante. Amare: il modo migliore per conoscere. L'avreste mai detto?


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Ti interessa approfondire il tema delle mnemotecniche, ovvero dei metodi che sono stati creati per ricordare meglio le informazioni con cui veniamo in contatto? Il blog de Il Tuo Biografo ha dedicato diverso spazio a questo argomento: se vuoi sfogliare tutti gli articoli, clicca qui.

Al blog de Il Tuo Biografo piace scovare brevi video, frammenti di film e cortometraggi animati che restituiscano almeno in parte il senso della vita: se vuoi vederne altri, clicca qui!​


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