2090128167685128
top of page
Immagine del redattoreNina Ferrari

Memoria: la mostra fotografica su 30 anni di guerra di James Nachtwey a Milano


Una fotografia di James Nachtwey, scattata durante il genocidio in Ruanda nel 1995 e che gli valse il prestigioso World Press Photo Award: ritrae un ragazzo Hutu, sospettato di essere un simpatizzante Tutsi, mutilato dai colpi di machete.

Il periodo delle festività è già lontano, ma, prima che arrivi la primavera, è comunque possibile ritagliarsi un fine settimana all'insegna della riflessione e dell'arte. A Milano per esempio.

Il primo dicembre veniva inaugurata a Palazzo Reale a Milano la prima retrospettiva sul fotogiornalista James Nachtwey e sui suoi trentacinque anni di carriera: viene considerato l'erede di Robert Capa (di cui qui vi ho raccontato la vita avventurosa), e chiamaci poco, e viene internazionalmente riconosciuto per la sua capacità di ritrarre con spiazzante chiarezza l'incubo della guerra.

Nachtwey, statunitense classe 1948, ha iniziato la sua carriera all'inizio degli anni Ottanta, ha fotografato da vicino - anche se forse sarebbe più corretto dire: dall'interno - i moti terrostistici dell'IRA nell'Irlanda del Nord (1981) e il genocidio in Ruanda (1995), l'attacco alle torri gemelle a New York (2001) e la guerra in Iraq (2003). Proprio in quest'ultima occasione il fotografo subì gravi ferite da combattimento.

Se prima di affrontare la mostra volete farvi un'idea più precisa della biografia di James Nachtwey, e su perché sia oggi considerato il più importante fotografo di guerra vivente, su Youtube potete vedere il documentario - disponibile solo in inglese senza sottotitoli in italiano - girato su di lui nel 2001 da Christian Frei: si intitola War photographer e concorse all'Oscar per miglior ducumentario nel 2002. Qui di seguito ne potete vedere il trailer:

Insomma: questo è un promemoria. Fino al 4 marzo 2018 a Milano potrete visitare a Palazzo Reale una mostra fotografica che davvero vale la pena di vedere. Perché, come sostiene James Nachtwey stesso: «Sono stato un testimone e queste mie fotografie ne sono la dimostrazione. Gli eventi che ho documentato non devono essere dimenticati e non devono più accadere». Se per caso vi foste chiesti perché il titolo della retrospettiva sia «Memoria», ecco, ora avete una risposta.

Al blog de Il Tuo Biografo piace scovare brevi video, frammenti di film e cortometraggi animati che restituiscano almeno in parte il senso della vita: se vuoi vederne altri, clicca qui!​ Inoltre qui parliamo spesso di fotografia: se vuoi sfogliare tutti gli articoli scritti al riguardo, clicca qui.

393 visualizzazioni0 commenti

Post recenti

Mostra tutti
bottom of page