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Immagine del redattoreNina Ferrari

Il valore esemplare delle biografie: la storia di Norberto, rinato da un'idea


Il tema della rinascita dalle più profonde crisi esistenziali è un tema molto caro al blog de Il Tuo Biografo. Non solo perché evoca un senso positivo nel nostro guardare il mondo, ma soprattutto perché è precisamente in circostanze come questa che il racconto della vita di una persona, cioè la sua biografia, dimostra il suo valore più alto.

Perché una via d'uscita c'è sempre, basta avere un briciolo di forza per vederla. Perché noi esseri umani siamo in fondo accumunati da tutti i grandi temi - l'amore, la paura, la vendetta, il riscatto - fin dalla notte dei tempi. Non è mica un caso, ripeto sempre a quelli che hanno voglia di ascoltarmi, che, per fare un nome a caso, Catullo ci parli ancora, nonostante da lui ci distanzino cultura e più di duemila anni di storia. Perché se qualcun altro ce l'ha fatta ce la puoi fare anche tu, coi tuoi problemi più piccoli o quelli più grandi, perché nessuna situazione è impossibile, anche se certo è dannatamente dolorosa.

Così, nei mesi passati, ci siamo soffermati sul destino di Khalil Rafati, che, sul punto di morire per overdose, decise di cambiare la propria vita in meglio, arrivando nel corso di un decennio a costruire un impero salutista. O abbiamo indugiato sulla storia di Nora Rónai, che, in barba a ogni senso comune sul decadimento fisico della vecchiaia, una volta andata in pensione cominciò a inseguire il sogno di nuotare, fino a diventare campionessa mondiale di nuoto a novant'anni. Oppure abbiamo raccontato il blocco creativo dell'artista, che, secondo Loris Dogana, può essere superato accettando con coraggio la propria imperfezione. Insomma, reinventarsi è possibile, naturalmente con l'aiuto della propria determinazione, di un po' di talento, di un pizzico di fortuna e della propria capacità di vedersi ancora, e raccontarsi, in un'ottica positiva.

Se questi piccoli miracoli di tenacia e rinascita vi sembrano belle storie in cui però faticate a specchiarvi, perché si sono svolte molto lontano da qui e in contesti che non riuscite bene a inquadrare, forse vi parrà più vicina la storia, raccontata da Repubblica, di Norberto, quarantaciquenne milanese che negli anni della crisi economica degli ultimi anni aveva perso tutto. Tutto: casa, lavoro e affetti. E che, non avendo altre possibilità, aveva passato gli ultimi mesi della sua vita tra il terminal aeroportuale di Linate, in condizioni estramente disagiate, e un nuovo rifugio per senzatetto allestito a Milano in via San Marco, dove la Fondazione Progetto Arca ha creato uno spazio pensato non solo per dormire e mangiare un pasto caldo, ma anche per condividere esperienze e tentare una rinascita: come lo definiscono sul loro sito, un Centro di reinserimento sociale.

Qui Norberto ha avuto la possibilità di cominciare a pensare al suo futuro lontano dalla strada e, sorretto da psicologi, assistenti sociali e volontari, ha dato una svolta alla sua vita: chiacchierando proprio con un volontario, infatti, ha scoperto che questi aveva inventato un parallelepipedo di ferro in grado di imbustare gli ombrelli, perché smettano di gocciolare quando si entra in uno spazio chiuso. Risvegliato il suo spirito imprenditoriale, consiglia al volontario di brevettare l'oggetto e gli propone di mettersi in società con lui per far decollare il progetto.

Ancora ospite del centro di via San Marco, Norberto ogni giorno indossa giacca e camicia per proporre a diverse aziende l'imbustatore di ombrelli e, dopo qualche mese, cominciano ad arrivare i primi ordini. Norberto non è più un clochard, è tornato a essere un imprenditore. E, credendo in una buona idea e in sé stesso, lavorando sodo per riscattarsi, oggi è già passato alla fase di produzione.

La storia ovviamente non finisce qua, perché è ancora tutta da costruire. Quanto successo avrà il progetto messo in piedi da Norberto e dal suo amico? Non saperlo ancora, non poterlo dire, è quanto accade quando si racconta una vita, che, concluso il racconto di un capitolo, ha ancora molte pagine da scrivere su se stessa. Ma una cosa però già la sappiamo: un uomo che aveva perso tutto ha ritrovato la voglia di combattere e di vivere, di credere in se stesso e nelle proprie capacità: in una parola, ha ritrovato la speranza. E io credo proprio che questo sia già un racconto straordinario, perché col fuoco della speranza si può arrivare molto lontano.


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