Tutti abbiamo alle spalle uno o più vissuti dolorosi. Alcuni di noi faticano di più a conviverci, a trovare un facile respiro tra un pensiero e l'altro o a riuscire a costruire un futuro non dominato paura; perché la mente divaga sempre altrove: ovvero a quell'esperienza nel passato che ancora non riesce a trovare chiusura definitiva dentro di noi. A volte, a tenerci sotto scacco è il futuro: il timore che qualcosa accada - o, anche, che non accadrà mai - ci blocca in un ansioso ma immobile presente che non riusciamo a spingere in avanti. È una situazione frustrante, dalla quale spero che chiunque vi si trovi riesca a uscire.
La prima cosa che mi sento di consigliare a chi si riconosca in una di queste descrizioni, è innanzitutto quella di prendere in considerazione la possibilità di intraprendere un percorso psicoterapeutico; iniziare una terapia con uno psicologo di fiducia può permetterci di individuare i meccanismi profondi che regolano il nostro pensiero e le nostre azioni e, con un po' di lavoro, di spezzarli in favore di nuove abitudini che potranno aiutarci a recuperare forza e serenità.
Il secondo consiglio che mi sento di dare è: scrivete. Scrivete, senza rifletterci troppo, tutto quello che vi viene in mente in merito all'argomento o all'evento che vi attanaglia. Scrivete senza pensare alla bellezza della scrittura, ma lasciandovi condurre dalla penna (perché in questi casi è importante avere un reale pezzo di carta su cui imprimere le proprie parole) nell'espressione più autentica di ciò che provate e pensate, di ciò che ricordate e che non siete ancora riusciti a lasciare andare. Quello che dovete fare non è pensare razionalmente, ma esprimere le vostre sensazioni, anche se quello che ne verrà fuori vi sembrerà stupido o vergognoso. Dopo quindici minuti abbandonate il foglio e giratelo: lasciatelo lì. Lo potrete rileggere domani (e, se lo riterrete opportuno, potrete anche cestinarlo). Ripetete questo esercizio per qualche giorno di fila. Come vi sentite?
Di questo metodo di scrittura biografica, chiamato scrittura espressiva, per primo ha parlato James W. Pennebaker, un professore di psicologia sociale della University of Texas, negli Stati Uniti. Pennebaker, autore di diversi volumi di cui solo due tradotti anche in italiano, è uno studioso del linguaggio, che mette in relazione al benessere. Secondo lui, la scrittura espressiva, che si concentra più sull'enunciazione delle emozioni rispetto a quella dei fatti e delle memorie, permette a chi la pratica di buttare fuori le proprie scorie e, così, di liberarsi dall'ansia di tenerle dentro. L'ansia è uno dei primi fattori di immobilismo e paura nella nostra vita quotidiana e, a lungo andare, ci fa stare male, sia nella mente che nel corpo. Nella scrittura espressiva il gesto della scrittura non è visto come un modo per comunicare con qualcun altro se non con sé stessi: è, soprattutto, un metodo per liberarci dal peso dei nostri dolori.
E qual è stata l'incredibile scoperta del professor Pennebacker? La scrittura espressiva non solo può aiutarci a stare meglio dal punto di vista dell'equilibrio psicologico, ma anche da quello fisico, soprattutto per quanto riguarda patologie croniche legate agli stati d'ansia.
Avere qualcuno con cui confrontarsi - come un terapeuta, un amico fidato o un biografo - non è essenziale quando si pratica la scrittura espressiva, ma a volte può essere consigliato. È possibile che in alcuni casi la scrittura dissotterri vissuti che abbiamo bisogno di elaborare, di mettere in ordine o di contenere. In questo caso, se non siamo sicuri di saper affrontare questo lavoro da soli, è opportuno confrontarci con chi possa indirizzarci verso una maggiore consapevolezza e verso la riappropriazione del nostro vissuto e dei nostri pensieri. Perché la paura di vivere, una volta espressa, deve trovare il proprio spazio come esperienza, come insegnamento o come monito, ma non può frenarci né guidare il nostro percorso. Abbiamo bisogno di superare le nostre paure. Incredibilmente, la scrittura può aiutarci anche in questo.
Sono molti gli autori, spesso anche eccezionali, che hanno riflettuto su cosa renda grande la scrittura e su quali siano le regole da seguire quando si vuole scrivere un romanzo. Senza credere che alcuno di questi suggerimenti sia un dogma, il blog de Il Tuo Biografo si diverte di tanto in tanto a riportare queste riflessioni nei suoi «consigli di scrittura»: se vuoi sfogliarli tutti, clicca qui.
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