«Non ti arrendere, per favore non cedere
malgrado il freddo bruci
malgrado la paura morda
malgrado il sole tramonti e taccia il vento,
ancora c'è fuoco nella tua anima, ancora c'è vita nei tuoi sogni,
perché ogni giorno è un nuovo inizio
perché questa è l'ora e il miglior momento
perché non sei sola, perché io ti amo»
Autore anonimo
(però, per qualche ragione, il web attribuisce
questa poesia a Mario Benedetti. Ma perché?)
***Leggi tutta la poesia, in lingua originale
e in italiano, in fondo a questo post
A me il poeta uruguyano Mario Benedetti piace molto, tant'è vero che il blog de Il Tuo Biografo gli ha già dedicato diverso spazio: dalla sua biografia e dall'illustrazione della sua poetica, alla citazione di una delle sue poesie più famose, che è "Difesa dell'Allegria", di cui come sempre vi ho dato i riferimenti bibliografici nel caso in cui foste interessati a cercarla tra le pagine di un libro, al grande poeta uruguayano ho dedicato già più di un intervento, perché ne amo profondamente lo spirito.
Quella di Mario Benedetti è una visione della vita che riconosce le difficoltà, a volte la tristezza, la militanza contro l'ingiustizia come un fine che però non sempre ripaga in felicità chi la mette in pratica; e che in mezzo a tutto questo casino disperato che è l'esistenza umana trova consolazione nelle piccole cose, nell'ironia con cui si osserva il mondo e negli attimi di incontro autentico con l'altro uomo, per quanto fugaci essi possano essere. La sua è un'estetica delle cose semplici, e alla semplicità si rifà anche il ritmo delle sue parole, che però mantiene sempre un rigore che è difficile contraffare. Se ogni tanto mi seguite, queste sono cose che già sapete, perché ne ho parlato in questo articolo qui.
Così, quando un giorno mi trovai a condurre ulteriori ricerche su Mario Benedetti, perché, come sempre, cercavo qualche chicca deliziosa da proporre qui nel blog, finii per imbattermi su Internet nella poesia «Non ti arrendere», che gli veniva attribuita praticamente ovunque. Il messaggio che veicolava era molto molto bello, ed era anche abbastanza "benedettiano", però rispetto ad altri versi che avevo letto di lui mi pareva quasi una filastrocca. E questo non mi tornava, perché Mario Benedetti non è un tipo da filastrocche.
Il fatto è che, come ho già dimostrato in altre occasioni (ricordate? Per esempio nel caso della biografia di Rudolf Nureyev e della sua struggente lettera di addio alla danza, a cui ho dedicato questo articolo, che per altro è uno dei più letti del blog), io sono una persona testarda. E, quando m'imbatto in un mistero letterario che non mi torna, comincio a scavare e non mi fermo finché non trovo una risposta che un senso ce l'abbia.
Nel caso di un autore straniero, quando non trovi risposte soddisfacenti in italiano, la prima cosa da fare è cambiare lingua di ricerca: possibilmente quella d'origine dello scrittore in questione. Nel caso di Nureyev, per esempio, era stato facile, perché l'inglese lo mastico bene (e il libro da cui era tratta la citazione che aveva dato origine alla mia ricerca era l'inglese, per fortuna! Una citazione bellissima: «Ogni uomo dovrebbe danzare, per tutta la vita. Non essere ballerino, ma danzare»), mentre nel caso di Benedetti il verso che mi aveva colpita era quel «malgrado il freddo bruci», che aveva catturato la mia attenzione; ma ovviamente di fronte a un poeta uruguayano bisognava darsi allo spagnolo: che, accidentaccio, io non ho mai studiato. Però: il mio compagno è madrelingua spagnolo e ormai lo sento parlare con i suoi parenti da più di cinque anni; quindi diciamo che in questo tempo allo spagnolo sono almeno riuscita ad addomesticare il mio orecchio. Oltre al fatto che, per fortuna, lo spagnolo non è cinese: potevo farcela.
Lo ammetto, nel corso delle mie ricerche mi capitò più volte d'inventarmi uno spagnolo immaginario (no, io nelle mie indagini letterarie non coinvolgo mai il mio compagno: mica voglio il divorzio!); però, a furia di tentativi un po' buffi, anche in questo modo riuscii a giungere alla verità. Sebbene alcuni aspetti della vicenda rimangano ancora oggi un mistero (in particolare uno: ma perché? Perché mettere in circolo una bufala letteraria? Qui prodest?), ora sono a conoscenza di gran parte della storia, che ovviamente non vedo l'ora di condividere con voi.
Per risalire al bandolo della matassa bisogna andare all'ormai lontano 2008. Pensateci: mentre scrivo sono passati undici anni da allora. Nel 2008 *qualcuno* (e qui sta il problema: la fonte originaria non l'ho trovata) mise in rete «Non ti arrendere», ovvero la sua versione originaria in spagnolo, cioè «No te rindas», attribuendola a Mario Benedetti. La storia la racconta bene il blogger enigma, che appunto narra di una prima pubblicazione su Internet della poesia senza che la paternità fosse certa: *poteva* essere di Mario Benedetti, ma non era sicuro. Ad aprile del 2008 la poesia cominciò a essere condivisa un po' ovunque: su Facebook e su LinkedIn, per esempio. Nel frattempo qualsiasi dubbio sulla paternità era stato eliminato e «No te rindas» veniva semplicemente attribuita a Mario Bendetti.
Il fatto è che, come potete leggere in questo articolo, sono diversi i volumi che Benedetti pubblicò nel corso della sua vita, ma in nessuno di essi compare questa poesia. Che poi è anche il campanello d'allarme che aveva fatto partire la mia ricerca, perché, anche se quello de Il Tuo Biografo è solo un umile blog, su questi aspetti bibliografici cerco sempre di stare attenta. A partire dal 2008, la poesia continuò a circolare nel web, fino a diventare un vero e proprio manifesto della poetica di Benedetti. Nel 2013 il gruppo madrileno di Acción Poética Retiro, che si ispirava espressamente al movimento di azione poetica nato in America Latina, decise di usare «No te rindas» per il suo primo atto di protesta: contravvenendo le leggi sul deturpamento dei muri pubblici, scrisse la poesia sulle alzate di una scalinata di un parco nel centro di Madrid, nel quartiere di Retiro.
Intervistati sul graffito, i ragazzi di Acción Poética Retiro affermarono che «È un atto di disobbedienza civile, sì. Ovviamente siamo scappati di fronte alla polizia o è capitato che ci abbiano multato, ma crediamo che gli abitanti di un quartiere possano decorare ed essere parte attiva dei luoghi in cui vivono», anche perché, si chiedevano, «perché possiamo vedere solo pubblicità sui recinti e nelle strade?». Senza dubbio il loro atto rispettava lo spirito da combattente del poeta Benedetti, anche se in questo caso l'autore uruguayano veniva chiamato in causa a sproposito come autore della poesia.
Dal momento in cui comparve la scritta sulla scalinata nel cuore verde di Madrid, la poesia attribuita a Benedetti divenne nuovamente virale, con innumerevoli condivisioni in tutto il web. Come potrete immaginare, il fenomeno era diventato inarrestabile.
La Fundación Mario Benedetti, che dalla morte del poeta nel 2009 si occupa di conservare, organizzare e diffondere la sua eredità in Uruguay e nel resto il mondo, decise allora di correre ai ripari. Con un comunicato ufficiale diramato su tutti social network (qui potete leggere un esempio su Facebook) chiese al popolo del web di aiutarla a contrastare quella che di fatto nel tempo era diventata una vera e propria bufala letteraria: «La poesia "Non ti arrendere" non è di Mario Benedetti», scrivevano. «Di solito la si confonde con "Non salvarti", di cui è invece autore. Ci aiutate ad evitare questo errore abituale sulle reti condividendo questo post?».
Ecco, dunque, la verità. Se andate a leggervi «Non salvarti», di cui ho parlato nel blog de Il Tuo Biografo in questo articolo, vi renderete subito conto della differenza tra i due componimenti, ma anche di come la poesia originale abbia potuto ispirare il nostro poeta anonimo nella stesura di «Non ti arrendere», che dal 2008 appesta Internet usando a sproposito il nome di Mario Benedetti. Sia chiaro, non è che «Non ti arrendere» sia una brutta poesia, anzi, non è male. In particolar modo va notato che il suo messaggio è particolarmente edificante, e questa è una cosa che piace molto a chi condivide citazioni su Internet, e perciò non può che fare presa nel lettore poetico occasionale. Mica mi tiro fuori: ho scritto questo pezzo perché ha incuriosito anche me.
Eppure mi sorge un dubbio: se «Non ti arrendere» non fosse stata affiancata al nome di Mario Benedetti, avrebbe riscosso il successo virale che ha ottenuto negli anni? Sarebbe finita a rappresentare una protesta nel cuore di Madrid? Io credo di no. Anche se non posso saperlo con certezza, sono sicura che l'autore anonimo di «Non ti arrendere» stia gongolando, perché ha finito per diventare un fenomeno mondiale. Magari, dopo tanti anni, sarebbe ora di venire allo scoperto?
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Per sfogliare tutti gli articoli che il blog de Il Tuo Biografo ha dedicato a Mario Benedetti e alle sue opere, clicca qui.
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Al web piace correre veloce, commuoversi e poi passare oltre, per poi tornare a ripetersi senza porsi domande. Del mondo di Internet amo molte cose, ma non questa: e infatti a questo argomento, ma in particolare al fenomeno delle fake news, ho dedicato una riflessione approfondita; che naturalmente ho svolto a modo mio, cioè prendendo ispirazione da un bellissimo racconto di Franz Kafka. Se vuoi leggerlo clicca qui.
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***Finalmente sei arrivato in fondo all'articolo!
Qui puoi leggere per intero la poesia Non ti arrendere, che non è stata scritta da Mario Bendetti ma il cui autore è ancora sconosciuto, prima nell'originale castigliano e poi nella traduzione che circola in italiano. Se invece ti va di leggere Non salvarti, che l'ha ispirata, clicca qui.
NO TE RINDAS
No te rindas, aún estás a tiempo
De alcanzar y comenzar de nuevo,
Aceptar tus sombras,
Enterrar tus miedos,
Liberar el lastre,
Retomar el vuelo.
No te rindas que la vida es eso,
Continuar el viaje,
Perseguir tus sueños,
Destrabar el tiempo,
Correr los escombros,
Y destapar el cielo.
No te rindas, por favor no cedas,
Aunque el frío queme,
Aunque el miedo muerda,
Aunque el sol se esconda,
Y se calle el viento,
Aún hay fuego en tu alma
Aún hay vida en tus sueños.
Porque la vida es tuya y tuyo también el deseo
Porque lo has querido y porque te quiero
Porque existe el vino y el amor, es cierto.
Porque no hay heridas que no cure el tiempo.
Abrir las puertas,
Quitar los cerrojos,
Abandonar las murallas que te protegieron,
Vivir la vida y aceptar el reto,
Recuperar la risa,
Ensayar un canto,
Bajar la guardia y extender las manos
Desplegar las alas
E intentar de nuevo,
Celebrar la vida y retomar los cielos.
No te rindas, por favor no cedas,
Aunque el frío queme,
Aunque el miedo muerda,
Aunque el sol se ponga y se calle el viento,
Aún hay fuego en tu alma,
Aún hay vida en tus sueños
Porque cada día es un comienzo nuevo,
Porque esta es la hora y el mejor momento.
Porque no estás solo, porque yo te quiero.
NON TI ARRENDERE
Non ti arrendere, ancora sei in tempo
di conseguire e cominciare di nuovo,
seppellire le tue paure,
liberare il buonsenso,
riprendere il volo.
Non ti arrendere perché la vita e così.
Continuare il viaggio,
perseguire i tuoi sogni,
sciogliere il tempo,
togliere le maceriee scoperchiare il cielo.
Non ti arrendere per favore, non cedere
anche se il freddo brucia
anche se la paura morde
anche se il sole si nasconde
e taccia il vento
ancora c'è fuoco nella tua anima
ancora c'è vita nei tuoi sogni.
Perché la vita è tua e tuo anche il desiderio
perché lo hai voluto e perché ti amo.
Perché esiste il vino e l'amore, è certo.
Perché non vi sono ferite che non curi il tempo
aprire le porte, togliere i catenacci,
abbandonare le muraglie che ti protessero,
vivere la vita e accettare la sfida,
recuperare il sorriso,
provare un canto,
abbassare la guardia
e stendere le mani
dispiegare le ali
e tentare di nuovo.
Celebrare la vita e riprendere i cieli.
Non ti arrendere, per favore non cedere,
anche se il freddo brucia
anche se la paura morde,
anche se il sole tramonti e taccia il vento,
ancora c'e fuoco nella tua anima,
ancora c'è vita nei tuoi sogni
perché ogni giorno è un nuovo inizio,
perché questa è l'ora e il miglior momento.
Perché non sei sola, perché ti amo.
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