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Immagine del redattoreNina Ferrari

5 cattive abitudini che danneggiano la nostra memoria


Il Tuo Biografo - Nina Ferrari

In queste pagine di memoria parlo spesso, e non solo per quanto riguarda i significati culturali che la riguardano, ma anche come una delle più stupefacenti facoltà del cervello umano. Se volete sfogliare tutti gli articoli che qui sul blog ho scritto al riguardo, li trovate cliccando qui. Oggi, però, ciò di cui voglio parlarvi sono le cattive abitudini a cui a volte ci abbandoniamo e che rischiano di minare il corretto funzionamento della nostra memoria. Che, certo, va sempre allenata il più possibile, ma che a volte può risultare difettosa - anche solo in modo temporaneo - a causa del nostro stile di vita.

Magari sei una persona che ha sempre avuto un'ottima memoria, ma in quest'ultimo periodo ti è capitato di dimenticare piccoli e grandi dettagli che non solo ti arrecano qualche fastidio nella vita quotidiana, ma stanno anche cominciando a preoccuparti. Oppure semplicemente stai cercando alcuni rimedi leggeri per migliorarla. Se uno di questi è il tuo caso, forse ti sarà utile dare un'occhiata ai cinque punti che sto per proporti: è possibile che tu abbia acquisito o consolidato alcune cattive abitudini che, se venissero eliminate, riporterebbero la tua memoria a quella che è sempre stata - o a quella che vorresti avere.

1. DORMIRE POCO O MALE

La maggior parte di noi ha bisogno di dormire una media di 7-8 ore ogni notte, ma un cospicuo numero di persone oggi dorme molto meno, spesso a discapito del buon funzionamento della loro memoria. Infatti, mentre dormiamo la nostra memoria viene processata e consolidata, soprattutto per quanto riguarda la memoria procedurale - che ogni giorno usiamo inconsapevolmente quando adoperiamo un oggetto che "sappiamo" usare, come per esempio quando ci laviamo o ci vestiamo o quando rispondiamo automaticamente a qualsiasi tipo di stimolo; questo vale anche per quanto riguarda la memoria dichiarativa, che è quella a lungo termine e che invece riguarda la nostra capacità di ricordare episodi del passato, compresi quelli della nostra biografia, o informazioni che abbiamo studiato. Sul lavoro o a scuola, ma anche nella vita sociale, entrambi questi generi di memoria sono fondamentali: dormire il giusto numero di ore può aiutarci a migliorarne le prestazioni.

Ma attenzione: oltre a dormire il giusto numero di ore bisogna anche dormire bene, ovvero attraversare tutte le fasi del sonno, compreso quello profondo e la fase R.E.M., che tutti conosciamo bene, perché è quella in cui sogniamo. Purtroppo l'utilizzo di apparecchi elettronici retro-illuminati (televisione, computer, tablet e cellulari) a ridosso dell'ora in cui andiamo a dormire riduce la qualità del nostro sonno. Perciò, se vogliamo dormire bene, e quindi anche migliorare la nostra memoria, dovremo cercare di eliminarne l'utilizzo prima di andare a letto. Per fortuna ci sono i libri cartacei, che invece accompagnano al sonno divinamente. Se non sapete cosa leggere, magari qualche buon suggerimento lo potete trovare tra le pagine di questo blog, cliccando qui.

2. SOVRACCARICARE LA MEMORIA

Questa è l'epoca del multitasking, ovvero quel tipo di comportamento per cui ci viene richiesto di occuparci di due o più questioni contemporaneamente. Rispondere a un'email, parlare al telefono, controllare una notizia mentre qualcuno ci sta parlando (sperando di essere ascoltata): a volte pensiamo di essere in grado di fare tutto, ma la verità è che il nostro cervello è programmato per fare una cosa alla volta, e una sola; quindi essere multitasking in realtà significa riuscire a passare velocemente da un'occupazione a un'altra, magari senza troppa fatica. Ma è davvero possibile? Magari noi la fatica non la sentiamo, e pensiamo di farcela, ma la nostra memoria invece finisce per risentirne.

Diversi studi hanno infatti dimostrato che interrompere più volte un compito che stiamo cercando di portare a termine riduce non solo la nostra possibilità di concluderlo con successo, ma influisce anche sulla nostra capacità di ricordarci in seguito ciò che abbiamo fatto. Questo significa che vivere nel segno del multitasking incide negativamente sia sulla nostra memoria di lavoro - che è un tipo di memoria a breve termine, che ci permette di svolgere e concludere le azioni in cui ci impegniamo - sia su quella episodica e a lungo termine. Come mai? È tutta questione di concentrazione.

Certo, la società moderna mica possiamo cambiarla, ma possiamo adottare strategie che ci alleggeriscano la vita. Per esempio, potremmo cominciare a scrivere diverse liste con ciò di cui dobbiamo occuparci, cercando di limitare le distrazioni dei diversi apparecchi elettronici che usiamo normalmente (ad esempio abbassandone la suoneria o addirittura spegnendoli) quando stiamo compiendo qualcosa d'importante. Li liste sono utili, da un lato, perché ci permettono di liberare la memoria dall'ansia di ricordare tutto ciò che abbiamo in agenda e, dall'altro, perché attraverso un elenco ponderato ci permettono di stabilire le nostre priorità. Ci mostrano in modo visuale quando abbiamo concluso un'azione e quando è tempo di iniziarne una nuova, permettendoci così di rispettare anche i ritmi del nostro preziosissimo cervello.

3. FARSI PRENDERE DALL'ANSIA E DALLE PREOCCUPAZIONI

Questo punto è in parte connesso a quello precedente, perché spesso l'ansia che proviamo è dovuta alla quantità di compiti che dobbiamo portare a termine, che dobbiamo tenere sotto controllo e di cui non dobbiamo dimenticarci. Per quel che vale, fatta una lista, limitate le distrazioni e stabilite le priorità, il mio atteggiamento nei confronti di questo problema (che mi tocca moltissimo, ve lo confesso) è prendere coscienza del fatto che io sono una persona sola, che posso fare solo una cosa alla volta e che prima inizio (ad affrontare per bene uno dei miei compiti) prima riuscirò a finire. Forse ce la farò, forse no: ma l'unica possibilità che ho di riuscire consiste nel non farmi prendere da un'illusoria capacità di essere multitasking, cosa accrescerebbe solo la mia ansia, e darci dentro. Molte volte funziona, ve lo assicuro.

Spesso però le nostre preoccupazioni non sono dovute solo al nostro lavoro o allo studio, ma alla vita, a questioni personali o a elementi esterni che non possiamo dominare. L'ansia e le preoccupazioni inducono il nostro corpo a rispondere chimicamente come di fronte a un pericolo, col rilascio di sostanze come l'adrenalina e il cortisolo che sono anche legate al sentimento della paura. In circostanze come queste, l'ansia accentra tutte le risorse del nostro corpo, lasciandone davvero poche a dispozione della memoria. In questo caso la strategia che possiamo adottare è quella di prenderci cura di noi stessi ponendoci come una priorità: c'è chi per alleggerire l'ansia medita, chi compie attività fisica, chi si affida alla scrittura espressiva (se ricordate, ve ne ho già parlato in questo articolo). Ciò che tutte queste attività hanno in comune è la dimensione di rilascio emotivo, e magari anche quella dello sfogo dei propri pensieri negativi: buttare fuori è l'unico modo per creare dentro uno spazio sufficiente ad affrontare il resto della nostra vita.

Ricordate però, non tutta l'ansia è negativa: è stato infatti dimostrato che le prestazioni delle nostra memoria si comportano in maniera molto diversa di fronte ad alti o medi livelli di stress. Se un alto livello di stress riduce in maniera sensibile la nostra capacità di ricordare e ragionare, medi livelli di stress ci permettono invece di canalizzare meglio la nostra concentrazione su un obiettivo specifico e, perciò, ci aiutano anche ad avere una memoria migliore. Vi sembra sorpendente? Come sempre, una buona memoria passa soprattutto attraverso la concentrazione.

4. TENERSI SEMPRE OCCUPATI

Sia chiaro: per carattere, ci sono persone più e meno dinamiche e ognuno di noi risponde naturalmente a ritmi diversi. Tutti, però, abbiamo bisogno di dedicare un po' di tempo a noi stessi, al nostro piacere e alle persone che amiamo, e non solo quando, come dicevo poco sopra, ci troviamo in un periodo che ci desta preoccupazioni. Il nostro cervello è grado di ritenere fino a un certo numero di informazioni alla volta e il bombardamento costante di dati (e qui non mi riferisco solo allo studio, ma anche alle attività quotidiane che spesso portiamo a termine in modo frenetico) ci preclude la creazione e il mantenimento di uno spazio mentale che invece è necessario sia per portare a termine i nostri obiettivi che, soprattutto, per prendere decisioni ben ponderate. Perché la nostra memoria funzioni al meglio, abbiamo bisogno di distogliere la nostra attenzione da ciò che ogni giorno ci tiene occupati per dedicarci invece a qualcosa che ci liberi e ci rilassi: come ho scritto sopra, ognuno di noi cerca la distensione in maniera diversa: c'è chi sfoglia un bel romanzo, chi si dà alla maratona, chi trova pace in un centro benessere e chi sulla cima di una montagna. Però ricordate: per staccare davvero una mezza giornata non basta!

5. AVERE VIZI

«Mens sana in corpore sano», diceva Giovenale, e questa massima vale anche per la memoria. Condurre una vita sedentaria, bere alcolici, mangiare in modo disordinato, fumare e assumere droghe sono tutti comportamenti che influiscono negativamente sulla nostra memoria. Certo, che ve lo dico a fare: quando mai si è sentito che avere un vizio facesse bene alla salute? Il fatto è che a questo genere di comportamento sono legate moltissime problematiche diverse e quindi eliminarne qualcuno dal nostro stile di vita potrebbe essere comunque una buona idea: pensate, così facendo finireste con l'avere anche una memoria migliore!

Uno studio del 2018 ci spiega che condurre una vita sedentaria porta all'assottigliamento del lobo temporale mediale del cervello, che è anche la regione deputata alla formazione di nuove memorie. Stare molto tempo seduti può quindi condurre al danneggiamento della memoria e, in età avanzata, favorire la comparsa della sindrome di Alzheimer. Insomma, forse varrebbe la pena di farsi una corsetta in più!

Per quanto riguarda il consumo di alcolici, la memoria ne è condizionata in modo diverso a seconda di quanto e quanto spesso si beve. Bere anche minime quantità di alcol rallenta le prestazioni del nostro cervello - tant'è vero che quasi tutti i Paesi ormai hanno una legislazione che limita il consumo di alcolici di chi deve mettersi alla guida - e in particolare la memoria di lavoro. Inoltre, pochi sanno che il consumo di piccole quantità alcol (diciamo, quel paio di bicchieri che ci accompagnano ai pasti) può anche avere effetti sulla transizione delle memorie a breve termine a quelle a lungo termine e generare quelli che vengono chiamati black-out. Come mai? Fondamentalmente perché bere alcolici condiziona in peggio la qualità del nostro sonno: come abbiamo visto sopra, passare attraverso tutti gli stadi del sonno è fondamentale per fissare e immagazzinare le nostre memorie. Quindi, per esempio, se si sta studiando per un esame, la birretta rilassante della sera andrebbe evitata! Sono molto più gravi invece gli effetti sulla memoria di un costante e cospicuo consumo di alcol, perché l'etanolo contenuto negli alcolici, quando non ha il tempo di essere smaltito, può arrivare addirittura a danneggiare la struttura del nostro cervello; la perdita della memoria, sia a breve che a lungo termine, può condurre un alcolista a non saper più portare avanti una normale conversazione, a dimenticare i nomi dei suoi familiari, a non ricordare dove si trovano oggetti di uso quotidiano. Sul lungo termine, purtroppo, bere grandi quantità di alcol può condurre anche allo sviluppo della demenza senile.

Col fumo, invece, il discorso si fa un po' complicato. Chi già dipende da questo vizio spesso accende una sigaretta quando ha bisogno di concentrazione, e solo in parte a torto: come sappiamo, la concentrazione è fondamentale al fine di ritenere le nostre memorie e la nicotina - che induce il nostro organismo al rilascio di dopamina - può in effetti aiutare a incrementare la memoria a breve termine, e in particolare quella verbale; tuttavia le sigarette non contengono solo nicotina, ma anche altre sostanze velenose - come monossido di carbonio, acido cianidrico e arsenico - che influenzano negativamente la qualità del sonno, che è fondamentale per la fissazione della memoria a lungo termine. L'inalazione di queste sostanze tossiche non condiziona solo il sistema cardio-vascolare, ma anche quello nervoso e dunque, a lungo andare, anche la struttura del cervello. Insomma, chi ha cura della propria memoria dovrebbe proprio smettere di fumare.

Arriviamo poi al consumo di altre droghe, sia leggere che pesanti, e qui si apre un mondo: non solo per quanto riguarda il numero smisurato di sostanze stupefacenti che è possibile assumere - naturalmente per lo più in modo illegale - ma anche per via degli svariati disturbi neurologici che ognuna di esse può provocare al nostro cervello, e dunque anche alla nostra memoria. Se volete approfondire l'argomento, vi rimando a questa lista stilata dal N.I.D.A, l'Istituto statunitense sul consumo di droghe.

E cosa dire invece del cibo che mangiamo? Ebbene, intanto vi premetto che tutti gli alimenti che aumentano il colesterolo tendono anche a essere dannosi per la memoria. Però ho anche una buona notizia: la dieta mediterranea è perfetta per preservare e accrescere le prestazioni della nostra memoria. Via libera dunque a olio d'oliva, frutta fresca e secca, verdura, grani integrali e pesce: visto avere una buona memoria e mangiare cose golose è possibile?

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Ti interessa approfondire il tema delle mnemotecniche, ovvero dei metodi che sono stati creati per ricordare meglio le informazioni con cui veniamo in contatto? Il blog de Il Tuo Biografo ha dedicato diverso spazio a questo argomento: se vuoi sfogliare tutti gli articoli, clicca qui.

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