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Hans Christian Andersen (1805-1875) è stato uno scrittore, un poeta e un drammaturgo danese ed è passato alla storia per le sue fiabe senza tempo. Nacque il 2 aprile del 1805 nei quartieri poveri della città di Odense, città sull'isola di Fionia (Fyn, Danimarca). Il padre Hans di professione faceva il calzolaio; la madre Anne Marie Andersdatter aveva quindici anni più del marito. L'intera famiglia, della quale faceva parte anche una sorellastra da parte di madre, Karen Marie, viveva in una singola stanza in condizioni di estrema miseria. Ciononostante, i primi anni di Hans Christian furono ricchi di letture: tra queste, brani di commedie di Ludvig Holberg e racconti tratti da Le mille e una notte.
Il bambino passava gran parte del tempo a mettere in scena spettacoli in un suo teatrino delle marionette. I genitori del giovane Andersen avevano grande fiducia nelle possibilità del figlio, soprattutto la madre, forse a causa della profezia di una vecchia strega del paese che le aveva predetto: «Un giorno Odense si illuminerà a festa per ricevere tuo figlio». Andersen era a conoscenza di questa fausta predizione. La sua istruzione primaria si svolse in scuole materne private (pogeskoler). Il padre morì nel 1816, dopo aver partecipato alle campagne militari di Napoleone. La madre, risposatasi, lavorò come lavandaia, ma ben presto divenne alcolista.
Nel 1819, all'età di 14 anni, il ragazzo decise di lasciare Odense e di trasferirsi a Copenaghen in cerca di migliori opportunità. Nei primi tempi trascorsi nella capitale, per guadagnarsi da vivere Hans lavorò come garzone di bottega e operaio in una fabbrica di sigarette. Nello svolgere tali mansioni dovette subire le angherie dei colleghi, che lo perseguitavano per il suo aspetto fisico, il carattere introverso e i modi effeminati. Nel frattempo, però, il destino del giovane Hans fu rallegrato da un evento che gli avrebbe cambiato la vita: il tenore italiano Giuseppe Siboni, cantante del Teatro Reale di Copenaghen, al quale Andersen si era rivolto per ottenere un'audizione, lo fece ammettere alla Reale scuola di canto e ballo del Teatro Reale Danese come soprano. Il ragazzo però dovette ben presto lasciare tale ruolo in quanto il timbro della sua voce, crescendo, era cambiato.
In seguito Andersen venne ospitato in casa di Jonas Collin, consigliere e influente uomo pubblico della capitale. Presso di lui, il giovane conobbe il re di Danimarca Federico VI, che lo prese in simpatia e lo iscrisse a proprie spese alla scuola di grammatica e latino di Slagelse, assegnandogli un appannaggio annuale. Hans poté dunque cominciare un regolare corso di studi, che completò con successo tra il1822 e il 1828. Purtroppo questi anni per lui furono difficili: divenne oggetto di scherno da parte degli altri allievi perché giudicato svogliato ed introverso. In particolare, sul forte disagio del ragazzo influiva la rigida disciplina che vigeva nei diversi collegi. Nel 1828, anche grazie all'interessamento del suo mecenate Collin, ottenne l'ammissione all'Università della capitale, presso la facoltà di filosofia.
All'età di 30 anni, dopo aver concluso gli studi, si recò in Italia per pubblicare la sua prima opera, L'improvvisatore, che segnò l'inizio di una lunga carriera e di una ricchissima produzione letteraria che avrebbe compreso opere di tutti i tipi: romanzi, poesie, opere teatrali, biografie, autobiografie, scritti di viaggio, articoli, scritti umoristici e satirici. Tuttavia il nome di Hans Christian Andersen è stato consegnato alla storia della letteratura mondiale soprattutto grazie alla sua produzione di fiabe, di fatto immortali: tra i titoli più noti vi sono La principessa sul pisello, L'Acciarino Magico (1835), La sirenetta (1837), I vestiti nuovi dell'Imperatore (1837-1838), Il brutto anatroccolo, La piccola fiammiferaia, Il soldatino di stagno (1845), La regina delle nevi (1844-1846).
Nel 1840 visitò la Germania, l'Italia, Malta, la Grecia, Costantinopoli, facendo ritorno, durante le rivolte balcaniche, lungo il corso del Danubio. A metà degli anni Quaranta dell’Ottocento Andersen era già noto in gran parte d'Europa, sebbene avesse ancora difficoltà sociali nella sua Danimarca. In questo periodo tornò all'amore di sempre: il teatro. Del 1844 è l'opera teatrale Il re sognatore e dell'anno successivo la commedia di ispirazione fiabesca Il fiore della felicità. Nel giugno del 1847, Andersen visitò l'Inghilterra dove ottenne un'accoglienza trionfale e dove incontrò numerosi esponenti del mondo letterario anglosassone, tra i quali Charles Dickens, con il quale nacque una profonda amicizia che diede vita a un intenso, seppur irregolare, scambio epistolare che durò per oltre un decennio, oltre che a un ulteriore incontro a Londra nel 1857 (anche se i loro rapporti si raffreddarono in occasione del secondo incontro). Il soggiorno britannico, grazie ai buoni uffici di Richard Bentley, già editore delle opere del danese in Inghilterra, aprì definitivamente ad Andersen le porte del mercato anglosassone.
Nel 1849 uscì il suo romanzo Le due baronesse. Altri vaudevilles, di motivo fiabesco, come Meer end PerlerogGuld, Ole Chiudigliochi (Ole Lukøje) o Madre Sambuco (Hyldemoer), che caratterizzarono la produzione della fine degli anni Quaranta e degli inizi degli anni Cinquanta. Conquistato il successo, Andersen continuò a scrivere moltissimo, anche per il teatro. Nel 1871 uscì La storia della mia vita, edita in inglese, autobiografia che rappresenta il seguito de La fiaba della mia vita, uscita in due volumi nel 1855 in lingua danese, oggi pubblicata in italiano dall'editore Donzelli. In questo periodo alcune fiabe e raccolte di fiabe approdarono sul mercato librario e sulle riviste letterarie statunitensi grazie all'interessamento dello scrittore per l'infanzia ed editore newyorkese Horace Eliash Scudder. Nel 1870, scrisse il suo ultimo romanzo, Peer fortunato. Nonostante il prestigio e il successo delle sue opere, Andersen versava in condizioni di semi indigenza economica: gli arrivarono però numerosi sostegni in denaro dalla Danimarca, dagli Stati Uniti e da altri paesi europei. Nel 1872 lo scrittore cadde dal letto, facendosi molto male: non si riprese mai del tutto. Andersen morì il 4 agosto del 1875 a Copenaghen, in pace, in una casa chiamata Rolighed. Il suo corpo venne deposto nel cimitero retrostante la chiesa dell'Assistenza nell'area della capitale danese nota come Nørrebro.
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