Il mondo in cui viviamo è complesso, stratificato, in continuo mutamento. Spesso ci capita di non essere ancora riusciti ad adattarci a una situazione, che già quella è cambiata. E noi? Come facciamo a stare al passo con ciò che ci accade intorno, che a volte ci esplode dentro, quando a fatica riusciamo a determinare i contorni di quello che ci succede? Crediamo di conoscere i nostri valori, di saper distinguere il bene dal male e il brutto dal cattivo. Ma a volte questi fari che abbiamo scelto per guidarci appaiono rigidi e insufficienti per affrontare le sfide della vita. E allora soffriamo, ci blocchiamo, e neppure sappiamo perché. Decidiamo - oppure semplicemente non possiamo fare a meno - di non vedere, che a volte coincide col non guardarsi dentro.
Andare avanti, sempre dritti, non è però sempre segno di forza. Questo è ciò che molti credono, soprattutto in una società che, come la nostra, venera la positività (il se ci credi veramente ce la farai, come se chi non riesce in qualcosa per forza avesse la colpa di non credere abbastanza) come un deus ex machina che risolve ogni dolore. Ma il dolore non si fa mettere da parte facilmente, certo non si fa ignorare. Anzi, più si ignora e più si rafforza, come ogni altro sentimento che a prima vista vorremmo bollare come negativo e perciò accantonare come irrilevante. Essere rigidi emotivamente - cioè non accogliere come vere e importanti tutte le emozioni che proviamo - può essere deleterio. Ed è perciò che dovremmo praticare di più quella che la psicologa Susan David chiama agilità emotiva.
Susan David, laureata alla Harvard Medical School e dottoressa in psicologia delle emozioni, è una delle studiose più stimate nel campo dell'emotività, della motivazione e del cambiamento di sé. È anche consulente per diverse aziende che investono nella gestione del personale. Infatti, secondo la studiosa, «non è possibile avere agilità in un'azienda senza avere agilità emotiva» e neppure, soprattutto di questi tempi, è possibile affrontare con successo il cambiamento senza mettere in pratica una flessibilità che tenga conto anche delle emozioni solitamente considerate negative. Stress, paura, tensione e senso di colpa sono sentimenti comuni che portano le persone a irrigidirsi invece che a orientarsi alla collaborazione o all'innovazione. Perciò non vanno eliminati, né nascosti, ma affrontati come qualcosa che ci appartiene e integrati nella nostra vita. Non è sempre facile. Questo naturalmente vale per le singole persone, per le famiglie e le aziende, e persino per le nazioni.
«Solo i morti non si sentono mai indesiderati o non vengono importunati dai loro sentimenti. Solo i morti non conoscono lo stress, né hanno mai il cuore spezzato o provano mai la delusione che deriva dal fallimento. Le emozioni che riteniamo pesanti fanno parte del nostro contratto con la vita. Non è possibile costruire una carriera significativa, o crescere una famiglia, o rendere il il mondo un luogo migliore senza stress e disagio. Il disagio è il prezzo di ammissione a un vita che abbia senso», spiega Susan David in un suo famoso intervento. Il senso di disagio, secondo l'autrice, è anche una spia che ci indica qualcosa di noi, e di cui dobbiamo tenere conto quando prendiamo le nostre decisioni. Quando ci capita di escluderle, rischiamo di bloccarci in quello stato di disagio o addirittura di prendere decisioni sbagliate perché basate su dati parziali o non corretti. Non prendere in considerazione tutto ciò che ha un effetto su di noi, anche se è sgradevole, può remarci contro.
Se questo argomento vi appassiona, forse vorrete sfogliare il saggio che quest'autrice ha pubblicato nel 2016. Si intitola Agilità emotiva. Non restare bloccato, accogli il cambiamento e prospera nella vita e nel lavoro e in Italia è stato tradotto nel 2018 da Giunti Editore. In questo volume, oltre a sviluppare i concetti chiave dei suoi studi e delineare una prospettiva che ammetta la fragilità, David consiglia anche alcuni esercizi che, se messi in pratica, agevolano il cambiamento di sé stessi in direzione del compimento del proprio potenziale. Ciò che, più di ogni altra cosa, contraddistingue questo manuale da altri simili, è l'estrema compassione che l'autrice rivolge ai suoi lettori: vulnerabilità e umanità sono, a suo parere, grandi risorse che non vanno soppresse, ma coltivate come una ricchezza inestimabile.
Nel 2017 Susan David è stata inoltre relatrice di un famoso TED Talk, che se vorrete guardare sono certa che vi farà innamorare di quest'autrice. Ve lo lascio qui sotto:
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