Cormac McCarthy (1933) è considerato uno dei massimi scrittori contemporanei statunitensi - il famoso critico letterario Harold Bloom l'ha infatti annoverato nella tetrade di autori americani che a suo parere entrerà a fare parte del canone letterario occidentale, assieme a Philip Roth, Don DeLillo e Thomas Pynchon - ed è stato vincitore del prestigioso Premio Pulitzer con La Strada, pubblicato nel 2006. Se ricordate, di questo romanzo e della sua ottima trasposizione cinematografica interpretata da Viggo Mortensen vi ho già parlato in questo articolo. Autore di appena undici romanzi scritti nel corso di cinquant'anni di carriera, McCarthy ha deciso presto di dedicare la sua vita unicamente alla scrittura, inframmezzando la sua attività di romanziere con sporadici lavori di editing nel campo della letteratura scientifica. Come ha rivelato in una rara intervista rilasciata ai tempi della pubblicazione del suo Non è un Paese per vecchi, nel 2005, alla compagnia di scrittori l'autore preferisce senza dubbio quella degli scienziati.
A partire da quello che viene considerato il suo capolavoro, Meridiano di sangue (1996), definito da Harold Bloom come il «western definitivo», i libri di Cormac McCarthy sono spesso intrisi di violenza e rappresentano una visione profondamente nichilista della vita e del mondo. È stato l'autore stesso a dichiarare di essere attratto solo dal tipo di letteratura che parla di questioni di vita o di morte, tanto da considerare tra i suoi libri preferiti il classico di Melville, Moby Dick, di cui il blog de Il Tuo Biografo vi ha già parlato qui. Scrittore meticoloso e attento, McCarthy è conosciuto per un processo di scrittura lento, in cui, dopo una profonda ricerca storica di base, alla prima stesura segue in fase di revisione un innumerevole numero di riscritture, che può richiedere anche anni, volte soprattutto a tagliare tutto ciò che l'autore non ritiene essenziale. Non stupisce perciò che nella versione finale delle sue opere si riconosca uno scarno uso della punteggiatura, affiancato a una sintassi semplice, paratattica, ma di grande impatto.
Proprio in virtù del suo lavoro di editor in campo scientifico, nel 2019 la rinomata rivista Nature ha pubblicato una lista di suggerimenti che Cormac McCarthy darebbe a chi voglia redigere un saggio o un paper accademico. Rispetto ad altri consigli di scrittura rivelati da autori di successo e di cui spesso vi parlo qui sul blog (se volete sfogliarli tutti li trovate cliccando qui), quelli di McCarthy, invece di rivolgersi a chi si dedica alla narrativa, e dunque a chi ha come obiettivo il coinvolgimento emotivo del lettore, sono indirizzati al saggista, che sempre si pone lo scopo di esprimere chiaramente concetti anche molto complessi. I suoi consigli, che di per sé possono essere applicati a qualsiasi genere letterario, si concentrano sulla forma della lingua e sulla struttura dell'esposizione, tralasciando del tutto questioni come l'elaborazione della trama o la costruzione dei personaggi. Alcuni di questi suggerimenti sono applicabili soprattutto alla lingua inglese, ma la maggior parte di essi - cioè quelli che vi riporto sotto - è invece di carattere generale e vale dunque anche per l'italiano.
Le indicazioni di McCarthy, elaborate assieme al biologo evolutivo Van Savage, che l'autore in passato aveva aiutato con la revisione dei suoi saggi scientifici, possono essere riassunte in questi dodici punti:
1. Prima di iniziare a scrivere, stabilisci il tema di cui vuoi parlare e identifica due o tre punti che desideri che i tuoi lettori ricordino. Il tema e i punti che avrai individuato creeranno un filo che attraverserà il tuo saggio. Ogni parola, ogni frase e ogni paragrafo che scriverai saranno le cuciture che con quel filo imbastiranno il tuo messaggio.
2. Ogni paragrafo deve illustrare un solo tassello del tuo messaggio. Se quel tassello è illustrato da una sola frase, allora il tuo paragrafo sarà composto di una sola frase. Ogni paragrafo dovrebbe esplorare una sola questione, magari porsi una domanda, una sola, progredendo verso un'idea o addirittura a una risposta a quella domanda. È perfettamente accettabile tuttavia non rispondere sempre o subito a una domanda che ci si è posti.
3. Usa il minimalismo per raggiungere chiarezza, ovvero: è possibile preservare il messaggio che vuoi dare togliendo quella parola, quella frase o quel segno d'interpunzione? Togli tutto quello che puoi e lascia solo ciò che è indispensabile alla comprensione del messaggio.
4. Usa aggettivi solo se pertinenti. In revisione del tuo saggio elimina tutti gli elementi che non sono necessari alla comprensione del messaggio, perché rappresentano una distrazione.
5. Usa frasi brevi, dirette e di costruzione semplice: essere coincisi è lo strumento migliore per raggiungere la chiarezza. Elimina, quando puoi, i comunque, i così, i dunque: sono termini che possono distrarre il lettore dal messaggio principale.
6. Non ripetere lo stesso concetto, espresso in modo diverso, nello stesso paragrafo o nella stessa pagina. Evita allo stesso tempo di ripetere la stessa parola troppo spesso, perché questo annoia il lettore fino a distrarlo. Non rallentare il lettore: vuoi portarlo fino in fondo.
7. Evita quando puoi l'uso del gergo specifico o di linguaggio tecnico. Ti importa essere ben compreso e condurre il lettore fino in fondo alla tua esposizione o al tuo ragionamento. Dunque non annoiarlo.
8. Il tono del testo è importante. Alterna il linguaggio formale e tecnico, se necessario, a un linguaggio naturale, più amichevole. Ricorda sempre che adottare un tono più personale, usando un linguaggio concreto, esempi quotidiani e lontani da una sfera astratta, aiuta a coinvolgere il lettore. Forme impersonali o passive, lungi dall'esprimere un concetto in modo più oggettivo, distanziano il lettore dal testo.
9. Evita di inserire equazioni matematiche nel testo. La matematica non è italiano e non possiamo fingere il contrario. Puoi inserire le tue equazioni separandole dal testo andando a capo, aggiungendo una nota e piè pagina o allegando una sezione dedicata. Cerca invece di spiegare sempre in modo chiaro come da un assunto sei passato all'equazione e da lì a un risultato.
10. Quando hai terminato scrittura e revisione, ricorda di inserire nel tuo file i numeri di pagina e un buon interlinea al testo. Cerca di dimenticare l'esistenza del tuo saggio fino a quando i tuoi revisori non torneranno a te con i loro commenti. Credi in ciò che hai scritto, ma lascia spazio ai loro dubbi. Ammetti correzioni quando sono utili, ma se per te non lo sono spiega gentilmente perché credi sia meglio lasciare il testo così com'era.
11. Se verrai pubblicato, ricorda che ogni editore e ogni rivista scientifica ha le sue regole editoriali in merito all'uso di certe espressioni o forme grammaticali. Il tuo saggio non farà eccezione, dunque non perdere tempo a combatterle.
12. Infine: mentre scrivi cerca sempre di divertirti. Scrivi la migliore versione del tuo saggio, che è quella che piace a te. Non puoi compiacere un lettore anonimo, ma puoi compiacere te stesso. Ricorda quali sono i saggi che ti hanno appassionato in passato e nel corso della scrittura fatti guidare dalla loro ispirazione.
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Sono molti gli autori, spesso anche eccezionali, che hanno riflettuto su cosa renda grande la scrittura e su quali siano le regole da seguire quando si vuole scrivere un romanzo. Senza credere che alcuno di questi suggerimenti sia un dogma, il blog de Il Tuo Biografo si diverte di tanto in tanto a riportare queste riflessioni nei suoi «consigli di scrittura»: se vuoi sfogliarli tutti, clicca qui.
Inoltre, qui ci piace tenere d'occhio i libri che hanno vinto il Premio Pulitzer, perché, grazie alla dura selezione a cui ogni opera vincitrice è sottoposta, essi rappresentano ogni anno il fior fiore delle novità editoriali. Di come funziona l'assegnazione del Premio Pulitzer e della sua storia qui sul blog de Il Tuo Biografo ho già parlato in questo post. Per sapere di più di tutti i libri premiati col Premio Pulitzer di cui ha parlato il blog de Il Tuo Biografo, clicca qui.
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